Fin da bambino ho sempre sognato di poter giocare al "calcio a punta di dito", ma tutto quello che potevo fare era di fantasticare grandi sfide calcistiche con le "miniature" del SUBBUTEO poco prima di addormentarmi la sera prima di andare a letto.
Potete immaginare il mio stupore, quando a metà anni '70 ho visto la grande scatola verde con l'inconfondibile immagine a sfondo calcistico sotto l'albero di Natale... E da quel momento è nata una smisurata passione per questo gioco da tavolo che coltivo ancora oggi. Anzi, diciamo che ne sono un incallito collezionista...con ben oltre 300 squadre (HW-LW) e gran parte degli accessori rigorosamente dell'epoca! |
(nella foto il mio campo approntato nella cucina della mia abitazione)
E' stato un vero e proprio colpo di fulmine, me ne innamorai quando avevo 10 anni, leggendo i fumetti e c'era la pubblicità.
Già ero patito per il calcio, il Subbuteo era il massimo! Me lo regalarono per Natale, una confezione con le classiche squadre blu e rossa. E per diverso tempo furono anche le uniche. Qualsiasi partita aveva squadre che in qualche maniera, indossavano i colori blu e rosso... Mi ricordo di aver giocato tantissimo, spesso da solo perchè mio fratello Luca ha sei anni meno di me e all'epoca era davvero piccolo. Giocavo chinato su ginocchia e gambe che mi dolevano perchè rimanevo in quella posizione per ore. Il primo "supporto" fu un tappeto, poi finalmente mia madre mi permise di utilizzare il tavolo in cucina, con il panno adagiato e stirato su una tavolazza di compensato. |
CENNI STORICI SUL SUBBUTEO
Il Subbuteo nasce all'inizio degli anni '20, si narra infatti che le prime miniature di calciatori furono create da marinai inglesi appassionati di football, ma con poco spazio a loro disposizione durante i viaggi per poter organizzare partite vere e proprie. Questi intraprendenti viaggiatori decisero di portare con loro, lungo le rotte sugli oceani che solcavano, le emozioni delle sfide calcistiche, plasmando con il piombo figure di calciatori e giocando con una pallina delle dimensioni di quella del ping-pong. Del primo calcio da tavolo di cui si hanno reperti, abbiamo anche il nome dell'inventore, tale William Lane Keelings. Il suo Table Soccer, brevettato col nome "Newfooty", spazzò via i preesistenti "Blow Football" e "Shoot", giochi che mancavano di realismo. Con bottoni, cartone e caucciù, Keelings diede forma ai giocatori e col sughero al pallone; con del filo di ferro costruì le porte e grazie ad un'asticciola risolse il problema del movimento del portiere. A capo delle regole stabilì il famoso tocco a "punta di dito". La famiglia Keelings commercializzò il gioco dal 1929 e continuò a produrlo fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel 1939. In ques'epoca viene anche introdotta la linea di tiro sul campo di gioco, così come oggi la conosciamo. Ma nel 1943 fa la sua apparizione, in maniera commercialmente massiccia una grande invenzione: la plastica che cambierà la storia del mondo e anche quella del calcio da tavolo... A questo punto del discorso però, è necessaria una piccola disgressione sul nome del gioco, ovvero: perchè SUBBUTEO ? Tutto parte da Peter Adolph, appassionato di football e studioso di ornitologia, futuro ideatore e realizzatore di un calcio da tavolo che avrebbe avuto dei protagonisti prodotti in rilievo. Probabilmente, per il riconosciuto padre del Subbuteo, le miniature di Keelings somigliavano, dal modo con cui si avventavano sulla pallina, a piccoli "falchetti" quando si gettano sulla preda, tanto che già quando aveva proposto per la prima volta il nome del gioco aveva pensato a "HOBBY", una razza di falcone che amava particolarmente e che vuole diventi il logo del suo gioco. All' ufficio brevetti però,accettano il falco come simbolo del calcio da tavolo, ma qual nome proprio no; hobby in Inghilterra vuol dire genericamente "passatempo" e non può essere associato ad un gioco solo. Adolph non si perde d'animo e decide di adottare il nome latino dello stesso uccello: "falco Subbuteo". Depositato il brevetto e creata la società Subbuteo Sport Games, dopo pochi anni Adolph rileva anche la società Newfooty di Keelings. Ormai il calcio da tavolo ha un solo padrone ed un solo nome: quello latino di un uccello, il cui becco ricorda la posizione del dito quando colpisce il calciatore in miniatura...è il mito che diviene realtà! |